“Gioia si prova quando le note di un tango o di una milonga ci corrono dentro, appena sotto la pelle. E questo lo capisce solo chi si è lasciato andare all’ altro, condividendo l’ emozione che suscita un abbraccio ” (Gemina)
Mi rileggo per l’ennesima volta questo scambio di pensieri ad uno dei miei ultimi articoli. Mi immergo di nuovo nelle forti emozioni che quattro braccia e un cuore possono generare. Quel tanto che basta per tuffarmi ancora nell’energia misteriosa di una connessione e riflettere su come e quando questa si crei.
MIRADA Y CABECEO: sistema di codigos o scelta consapevole?
Per quanto il contatto fisico generi inevitabilmente una comunicazione a due, è dal contatto visivo che ha inizio questo nuovo dialogo. Un incrocio di sguardi, definizione di un incontro e di una nuova alchimia.
Un’energia sottile ed impalpabile in grado di precedere e scatenare l’abbraccio seguendo precise e dettagliate consuetudini. Una magia che nasce da una pratica antica, quella della MIRADA Y CABECEO.
Un invito al Tango silenzioso e privo di parole. L’uomo può scegliere la propria ballerina semplicemente guardandola e facendole un cenno con il capo, come per dire “Balliamo?”. La donna dal canto suo può rispondere con un cenno affermativo della testa o rifiutare educatamente l’invito volgendo lo sguardo altrove.
Una pratica in grado di dar vita a potenti emozioni, e in grado di portare a tutti e due i ballerini enormi vantaggi.
All’uomo rende possibile evitare rifiuti diretti ai suoi inviti e sfuggire sguardi indesiderati. Alla donna consente di mantenere un ruolo attivo che le possa garantire di scegliere con chi ballare o meno senza far fronte a spiacevoli scuse. Ad entrambi permette di ballare più spesso anche con persone mai conosciute prima.
Un sistema di codigos che si è sicuramente adeguato ad un contesto nuovo e moderno come quello dei nostri tempi.
Non di rado è la donna ad indurre la MIRADA da parte dei ballerini, oppure in alcune occasioni gli si dedicano vere e proprie “tande rosa”. Tande in cui i ruoli si rovesciano radicalmente ed è lei stessa a proporre l’invito attraverso la MIRADA.
Tutto chiaro, regole facilissime, se non fosse per il fatto che al Tango finisce per mescolarsi la complessità del quotidiano alterando la dinamica della MIRADA Y CABECEO.
Da un lato uomini che di fronte ad uno sguardo sfuggente ed evasivo si lanciano in una domanda diretta, mettendo con le spalle al muro la bramata ballerina. Dall’altro lato donne incapaci di impartire un rifiuto di fronte alla trasgressione del codice di comportamento o che tentano di forzare la mirada mettendo a disagio il ballerino tanto ambito.
Così difficile accettare o dispensare un NO più o meno velato che sia? Siamo davvero così vulnerabili da privarci dell’ alchimia sottile di due sguardi che si svelano?
La MIRADA Y CABECEO nel loro riassunto di regole all’apparenza così rigide ci offre la grande opportunità di essere veramente liberi e autentici. Trascendendo la quantità di conferme ricevute è possibile inseguire attimi difficili da dimenticare, racconti unici in cui perdersi, connessioni a volte che ti restano appiccicate addosso per la loro profondità.
Il TANGO nella sua più pura essenza ci invita ancora una volta ad accaparrarci il meglio che ogni abbraccio ha in serbo per noi, la qualità delle relazioni umane piuttosto che la quantità. Come?
Senza giudizio alcuno, soltanto una combinazione inspiegabilmente semplice e spontanea.